Il metodo, contrapposto alla maieutica socratica della sola parola, si configura come nuovo aiuto maieutico che permette di vincere gli ostacoli, maturare autonomamente, intraprendere un percorso di conoscenza e consapevolezza di sé: un “travaglio” assistito da una “levatrice” che, in alternativa all’abuso della parola, incoraggia la riflessione con una semiologia universale, con cui veicola e fa giungere alla persona stimoli e segnali sollecitatori per dare avvio alla riflessione. In Pedagogia Clinica il metodo viene utilizzato in tutte quelle occasioni di scambio comunicativo con singoli, coppie e gruppi per promuovere una riflessione sui modi di affrontare alcuni eventi di vita, sviluppare una evoluzione positiva ed elaborare in se stessi risposte vantaggiose. A seguito di una intesa tra l’ANPEC e l’ISFAR che ne detiene il marchio, il Pedagogista Clinico® assume il metodo Reflecting durante la formazione per la professione, con incontri interattivi in aula su base teorico-tecnica e performance esperienziali. Dalle basi teoriche sull’identità epistemologica e i principi ispiratori di Guido Pesci che l’ha ideato, gli incontri si inoltrano nella pratica della “Nuova Maieutica”, nella semiologia corporea, nella linguistica funzionale, tonematica dialogica, scenografia espressiva fino alla scoperta delle dinamiche relazionali. Codici semiologici, contenuti espressivi e comunicativi, movimenti espressivi e lemmi dichiarativi che rendono il Pedagogista Clinico capace di idonee sollecitazioni a far rintracciare nella persona informazioni utili per riconquistare nuovi equilibri, promuovere valide abilità nei rapporti interpersonali e aprire la strada al cambiamento.

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