È nato in seguito a un’esperienza che Guido Pesci ha condotto alla fine degli anni sessanta del secolo scorso con due allieve di Thea Bugnet Van DerVoort, autrice del metodo Bon Départ. Egli ha avuto modo di verificare la validità di questo metodo, pur trovando nel tempo ragione di apportare importanti modifiche per migliorarlo e arricchirlo con caratteristiche di rinnovamento, nel rispetto della scienza e della prassi pedagogico clinica fino a modificarne il nome in “BonGeste”, coperto da marchio registrato. Il BonGeste è efficace nell’aiutare la persona a vincere le difficoltà organizzativo-corporee, recuperare abilità, migliorare l’immagine del proprio schema corporeo, ritrovare un nuovo equilibrio e una diversa disponibilità a superare gli ostacoli, far esprimere di nuovo il proprio corpo, rintracciare il desiderio di parlare di sé agli altri. Lo scopo è quello di renderla dinamica, farla uscire dall’obbligo di freni, di inibizioni, donarle l’occasione di uno sviluppo armonioso, inoltre le permette di acquisire abilità distributive tonico-muscolari, appercettive e respiratorio-cinetiche, affinare la sua conoscenza temporo-spaziale, favorire il superamento delle difficoltà gnosiche e prassiche, ordinare l’attenzione e la concentrazione, fino a consentirle di vivere in agio il proprio corpo e tornare a disporre di abilità comunicazionali. Sono tante le esperienze originate da questo metodo, che consentono, oltre alla lettura dei coloriti ritmici, quella delle percezioni provate e delle elaborazioni ed espressioni ritmico-corporee, la conquista di un sincronismo fra ritmo e movimento del corpo, prezioso per la complessa grammatica della gestualità tradotta in un linguaggio visibile che si rappresenta mediante figurazioni segniche ed espressioni plastico-dinamiche che divengono ricordo.
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